[Il curioso paradosso è che quando accetto me stesso posso cambiare]

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Questo profondo pensiero è dello psicologo Carl Rogers. E’ a tutti gli effetti un paradosso perché in genere noi non riusciamo a cambiare qualcosa in noi proprio quando non ci accettiamo. Si potrebbe essere portati a pensare “ma io non mi accetto e così voglio cambiare..”. Secondo la psicologia, ma non solo la più moderna, il primo passo per cambiare qualcosa è accettarla.

Quando non ci troviamo bene in una situazione noi più respingiamo quelle cose che ci fanno male e più ci ritornano come un boomerang a tutta forza. Questo accade perché la cosiddetta “forza” non ha mai cambiato le cose negative. Quando noi con forza respingiamo e rifiutiamo, in realtà non stiamo facendo altro che attaccarci sempre di più alla nostra sofferenza. La sofferenza non va respinta, non va celata, non va rifiutata. Noi per cambiare qualcosa che ci fa male dobbiamo accettarla.

Più vogliamo scappare dal nostro “male” e più non riusciamo a liberarcene. E’ proprio come un gatto che si morde la coda. Abbiamo bisogno di comprenderci, di avere pazienza, di essere ragionevoli. La mente che con forza bruta vuole respingere qualcosa sta in realtà provocando un forte attaccamento a tutto questo.

Voler per esempio cacciare via la sofferenza partendo a andando via, lontano, non ci porterà lontano anche dal nostro malessere. Purtroppo è difficile dirlo ma in realtà noi dobbiamo abbracciare il nostro malessere, lo dobbiamo curare, lo dobbiamo coccolare. Noi dobbiamo “leccare” le nostre ferite, le dobbiamo consolare. La sofferenza ha bisogno di calore umano, di consolazione e di compassione.

Se noi vogliamo allontanarci da una persona che non accettiamo ma a cui magari teniamo tanto, non faremo altro che portarci dentro quella persona proprio perché non l’abbiamo mai accettata. Allora proviamo a fare questo sforzo, ad accettare.

Qui la vita non è facile e nessuno è perfetto. Non possiamo immaginare che tutto sia sempre esattamente come vogliamo noi.. Sono parole dirette però hanno tanto di vero. Dobbiamo accettare anche il nostro lato oscuro per vedere la luce in noi. Noi siamo fatti di luci e di ombre e più abbracciamo quell’ombra che ci insegue più ci faremo amicizia. Così tutto diventerà improvvisamente più semplice.

Un altro consiglio che mi sento di dare è di fare quello che è nelle nostre potenzialità, quello che è nelle nostre possibilità. Anche il volere “strafare” a volte può essere controproducente.. E’ come fare per esempio il passo più lungo della gamba. La vita e i traguardi della vita sono fatti di piccoli passi che messi insieme disegnano un lungo cammino. Soltanto con la calma e con la pazienza potremo ottenere ciò che desideriamo.

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Pubblicato da Silvana Santospirito

Temi e teorie interessanti di ambito psicologico.

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