[La (psicologia scientifica) e il filosofo Immanuel Kant]

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Dal mondo romantico al mondo moderno

Il movimento Romantico, a partire dall’inizio del XVIII secolo, metterà poi in moto una profonda trasformazione di idee, linguaggio e atteggiamenti che modificherà sostanzialmente la cornice disegnata dal movimento illuminista e contribuirà a delineare le caratteristiche essenziali del mondo moderno. Essenziali per il nascere di una vera e propria psicologia scientifica furono le teorizzazioni del filosofo Immanuel Kant (1724-1804), figura di estrema rilevanza nella storia della filosofia occidentale.

L’ipotesi di Kant sulla psicologia

Secondo Kant, che identificava nella quantificazione la caratteristica essenziale della scienza autentica, la psicologia non può essere oggetto di analisi sperimentale e come tale non può essere considerata una scienza. Essa si configura invece come una conoscenza di tipo storico e descrittivo.

D’altro canto la nostra esperienza mentale, al pari di tutti i fenomeni, si svolge seguendo leggi e regole determinate: non viene dunque esclusa la possibilità di una sorta di fisiologia del senso interno, basata sull’osservazione dei nostri pensieri e dell’influenza su di essi esercitata delle leggi naturali. Kant ritiene inoltre che nella conoscenza sono sempre necessariamente presenti due componenti identificate nelle intuizioni (che vengono poste in relazione con l’attività sensoriale) e nei concetti (considerati in relazione con l’attività del pensiero).

La Critica della ragion pura di Kant

Tutta l’esperienza, e cioè il mondo fenomenico che costituisce la nostra coscienza – sostiene Kant nella Critica della ragion pura (1781) – è al contrario una costruzione sintetica. Tale sintesi, costruita
sua una cornice a priori – i cui elementi fondamentali sono lo spazio ed il tempo, nonché in una serie di categorie a priori come quella della causazione – rende intellegibile il mondo fenomenico e precede necessariamente qualsiasi possibilità di analisi.

Si spiega così, secondo Kant, l’inevitabile ricorso a categorie spazio temporali e alla costruzione di
nessi causali nella nostra attività di pensiero. La conoscenza umana è confinata al mondo fenomenico, e cioè al mondo sinteticamente costruito di cui abbiamo esperienza. Non è possibile penetrare al di là del
velo noumenico delle “cose in sé”.

Secondo Kant la psicologia razionale è impossibile

Così Kant legittima la conoscenza nel mondo della nostra esperienza ed esclude al tempo stesso la conoscenza della realtà ultima e della natura dell’anima. Pertanto la psicologia razionale è impossibile in quanto trascende i poteri della ragione;
essa può avere come fondamento soltanto i fenomeni della vita soggettiva e non può insegnarci nulla che trascenda l’esperienza. Dalla teoria kantiana, che libera il campo dalle astratte speculazioni di razionalisti ed empiristi, deriveranno per la psicologia diverse ed importanti implicazioni.

La dicotomia mente-corpo per Kant

Per Kant, che prende posizione nei confronti della dicotomia mente corpo, così come era stata inizialmente formulata da Cartesio, la mente è implicata in ciò che è conoscibile della materia e la
materia è implicata in quanto possiamo conoscere della mente. Si deve dunque operare una distinzione non tra mente e materia ma tra un composito mondo fenomenico di esperienza e una inconoscibile ‘realtà
noumenica’.

La nostra conoscenza del mondo esterno contiene dunque un inevitabile elemento soggettivo che deforma la realtà stessa dell’oggetto osservato. Quest’ultimo assunto sarà basilare per impostare un metodo di ricerca psicologico che tenga conto il più possibile delle variabili ambientali e del ruolo dello sperimentatore nel processo di osservazione e di successiva verifica delle ipotesi.

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 Critica della ragion pratica e altri scritti morali

Che cosa significa orientarsi nel pensiero?

Kant, l’attualità di un pensiero

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Pubblicato da Silvana Santospirito

Temi e teorie interessanti di ambito psicologico.

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